|
noi ... loro
20/02/2008
Brucia la pelle
Bruciano le ossa
Brucia l’anima
Bruciano gli Ebrei,
dai forni crematori fuoriesce un alito di fumo
che diviene cenere,
cenere nera, cenere
umana
dai fucili saettano i colpi
i cuori smettono di battere
solo un attimo, un momento indispensabile
per annotare
una strage micidiale
e per ricordare
in un istante infinito
un genocidio lontano,
uno sterminio vicino.
(Gabriele Gheza, V Ginnasio)
L’estate diventa inverno,
il caldo freddo,
la luce ombra,
la brezza tempesta,
le onde ghiaccio,
il vociare letargo;
i bambini diventano operai,
le stalle case,
le stufe forni,
uomini bestie,
i sorrisi lacrime,
i canti grida;
le lucciole scintille,
il polline cenere,
i tuoni spari,
le fronde filo spinato,
il letargo diventa un sonno infinito,
i fiori cadaveri;
c’era una volta un cielo stellato ed ora rimane solo foschia.
(Laura Pietroboni e Silvia Mensi , IV Ginnasio)
27 gennaio 1945. 63 anni orsono, 500.000 ascese in cielo. Sabato abbiamo ripreso grazie all’intervento di alcuni esperti i momenti cruciali degli anni che hanno visto l’istituzione dei lager nazisti.
Le musiche, di carattere e produzione ebrea, ci hanno permesso di immedesimarci e pensare, perdonare, pregare. Le immagini ci hanno documentato semplicemente dei fatti: resta a noi la consapevolezza dell’accaduto.
Le parole buone e di biasimo non devono mancare, ma un intervento più pronto e celere è indispensabile. I genocidi continuano, se ne sviluppano continuamente di nuovi, ma nessuno sa fermarli, nessuno sa placare l’odio mortale fra i popoli, e sembra sostenerli,e alimentarli, come il vento accende e ricopre di rosso le secche sterpaglie.
(Gabriele, V Ginnasio)
La giornata di sabato 26 gennaio mi ha aiutata a riflettere sul significato della giornata della memoria; perché tanti uomini sono stati uccisi senza ragione, senza motivo. Ci hanno fatto riflettere i disegni accompagnati dalle date di nascita e di morte dei bambini e le poesie scritte dai ragazzi durante la loro permanenza nei campi di concentramento. È brutto pensare che questi fatti sono avvenuti circa settanta anni fa, e questa esperienza non ci ha insegnato niente, perché ci sono ancora guerre e stermini. (Monica, Adele, Emma I B sc)
Lo spettacolo ha attirato la mia attenzione, mi ha reso malinconico nel ricordare tutti quei morti; uno sterminio senza fine e senza senso. La musica (ebraica) mi ha toccato, ma i racconti e le immagini mi hanno segnato profondamente, a tal punto che ho capito perché non si può scordare quella strage, tutto quel dolore, quell’ingiustizia… Dobbiamo, noi tutti, ricordare poiché, in un futuro, lontano o vicino, non ricapiti. (Roberto, I B sc)
Le fotografie e le letture sono state molto toccanti e ci hanno aperto gli occhi; ci ha colpito anche il lavoro preparato dai nostri compagni della classe 2 A linguistico. (Cristina, 1 B sc)
Ogni anno si dedica una giornata al ricordo dei sei milioni di Ebrei sterminati nei campi di concentramento, ma può un giorno bastare per ricordare tutto ciò? (Marco, 1 b sc)
È triste pensare a quelle persone, senza nome, senza famiglia … solo numeri. (Alice, 1 A sc)
Riferimenti nel sito
|
|
|